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Superbonus 110% - Articoli e approfondimenti

Qual è il contratto Superbonus 110% migliore per professionista e committente?

26/03/2021
FV
Fabio Vidotto
Contratto Superbonus 110 %: ecco alcune cose da valutare prima di firmare

Con un contratto Superbonus ad hoc è più semplice e più sicuro accedere al 110%. Ma le incertezze, nonostante i tanti chiarimenti arrivati dall’amministrazione finanziaria, restano. Scopriamo insieme quale soluzione potrebbe rivelarsi più sicura e profittevole per tecnici e beneficiari dell’agevolazione

Incarico diretto, mandato con rappresentanza con coordinamento dell’impresa capofila e mandato senza rappresentanza: quale tra questi è il contratto Superbonus 110% più vantaggioso?

I professionisti impegnati in ristrutturazioni e riqualificazioni con il Superbonus devono seguire ferree regole per evitare le multe in caso di controlli da parte dell’Agenzia delle Entrate e per far maturare un credito sano.

Ma il Superbonus è un po’ come una partita di doppio nel tennis.

Enea e Agenzia delle Entrate da un lato, committente e professionista dall’altro.

E visto che il primo servizio spetta proprio alla squadra “committente – professionista”, è importante allenarsi bene e definire una strategia vincente per battere gli avversari a mani basse e senza commettere falli.

Quindi, la preparazione dovrà iniziare proprio dal disciplinare d’incarico relativo ad una pratica Superbonus 110%, dove dovranno essere perfettamente bilanciati gli interessi di entrambi, nel pieno rispetto della legge in vigore.

Tutto parte dal contratto Superbonus per mettersi al riparo da tutte le insidie che si celano dietro una pratica complessa che coinvolge più soggetti.

Quale contratto Superbonus 110% conviene stipulare?

Trovare la risposta a questa domanda, ora che il Superbonus non è più ai blocchi di partenza, è molto importante per garantire al committente il 110% e non avere problemi tecnici e fiscali, soprattutto in caso di cessione del credito d’imposta.

Quindi, prima di concentrarsi sul calcolo delle spese professionali, meglio affrontare di petto questo che, per tanti addetti ai lavori, è un problema di non poco conto.

Sono tanti i professionisti coinvolti in una ristrutturazione con il Superbonus e tutti sono chiamati a svolgere un ruolo che spesso va oltre le proprie competenze.

Perché, come dico sempre, il Superbonus non è solo progettazione.

E proprio alla luce di quanto appena detto, diventa fondamentale stipulare un contratto Superbonus che tuteli il singolo professionista e anche il committente in tutte le circostanze.

Esaminiamo le 3 principali tipologie di contratto Superbonus 110%, mettendo in primo piano le misure alternative alla detrazione fiscale diretta.

Un contratto che potrebbe causare qualche problema: il mandato diretto

Il rapporto diretto tra committente e professionista sembra essere il contratto Superbonus più semplice e sicuro.

Ma le cose potrebbero complicarsi nel caso in cui il committente intenda procedere in direzione sconto immediato in fattura.

Il professionista dovrà fatturare al committente, perché l’incarico è stato conferito direttamene da quest’ultimo. Però, in caso di sconto in fattura, misura alternativa alla detrazione fiscale diretta, è importante non dimenticare di inserire l’importo della stessa fattura, riferita al singolo intervento, per il calcolo finale della spesa totale da portare in detrazione.

Ecco che, in questo specifico caso, da contratto Superbonus 110% semplice, il rapporto diretto si trasforma in una fattispecie contrattuale che potrebbe causare non pochi problemi. Il controllo e la gestione di una operazione come questa, cioè che raggruppa più interventi di riqualificazione, richiede l’intervento di una impresa capofila, anche per non avere problemi con le asseverazioni.

Mandato con rappresentanza conferito dal committente a un general contractor

Cambia lo scenario.

Questa volta il committente non si rivolge al singolo professionista, ma l’incarico viene dato a un’impresa che gestirà i lavori e i rapporti con tutti i tecnici coinvolti nella riqualificazione di un edificio.

Però, il professionista emetterà fattura nei confronti del beneficiario, per operazioni che si complicheranno quando non c’è sconto in fattura – in caso di sconto, il compenso del professionista dovrà rientrare, come visto prima, nel tetto di spesa agevolato – perché l’impresa sarà chiamata a pagare il compenso al professionista, per poi addebitarlo al beneficiario, nella fattura emessa, come un’anticipazione in nome e per conto del professionista.

Qual è il problema?

Il compenso del professionista non è considerato come corrispettivo, dovendo in seguito isolare nella fattura dell’impresa la singola prestazione.

Insomma, senza spingersi oltre e perdersi nei meandri di un meccanismo davvero complesso, è facile intuire che forse non è questo il contratto Superbonus 110% più conveniente per le parti in tutte le situazioni.

Mandato senza rappresentanza tra committente e general contractor: è questa la soluzione migliore?

La singola fattura sarà pagata dall’impresa coordinatrice, con successivo addebito al committente.

È sicuramente il contratto Superbonus 110% più difficile da gestire – per quanto riguarda la fase organizzativa – ma anche il più sicuro quando il professionista opera nei confronti del singolo beneficiario dell’agevolazione.

La soluzione migliore è quella di chiedere il preciso supporto, sulla base di un’analisi del caso specifico, a consulenti qualificati.

Questi sono i 3 principali schemi contrattuali del Superbonus, che abbiamo solo sfiorato per mettere in luce il fatto che una pratica 110% non potrà mai essere gestita correttamente se non si hanno anche competenze fiscali e giuridiche.

Quindi, visto che il buon esito di tutte le operazioni dipende proprio dalle scelte iniziali, in questo caso contrattuali, meglio partire con il piede giusto.

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