I numeri non mentono.
E per far luce sul Superbonus edilizia diventano indispensabili.
“Il Superbonus per l’edilizia funziona o no?”
È proprio questa la domanda che sta al centro del tam tam politico che sta sollevando un gran polverone attorno a quella che è la misura che “tutti vogliono” ma che in tanti temono.
Ed ecco che i dubbi aumentano quando si pensa al lungo periodo.
Ma partiamo dai dati forniti a fine settembre dall’ENEA sul Superbonus edilizia:
E un bel +35% fatto registrare dai condomini.
Numeri che non possono passare in secondo piano (clicca qui per scaricare il report con i dati ENEA regione per regione).
Il Superbonus è un treno che non può essere fermato.
Ma è fondamentale un’analisi approfondita per capire se sarà possibile parlare di ristrutturazioni a costo quasi zero anche nei prossimi anni.
Analisi già fatta dal Consiglio Nazionale Ingegneri.
Più di 6.000 condomini che consumano meno e che garantiscono un comfort elevato grazie proprio a mirati interventi che rientrano nel Superbonus per l’edilizia.
I dati ENEA sono chiari e positivi, ma ci sono anche altri numeri che consentono di etichettare il Bonus al 110% per ristrutturazioni e riqualificazioni energetiche degli edifici esistenti come “linfa per il settore dell’edilizia”.
153.000 nuovi posti di lavoro e oltre 12 miliardi di Pil.
L’impatto è forte sul sistema economico che con il Superbonus ha visto una produzione aggiuntiva di 15,7 miliardi di Euro – miliardi! – e più occupazione, risollevando un settore che negli ultimi anni di certo non ha passato bei momenti.
E il 2021 non è ancora finito! Sono tanti i cantieri che stanno per essere chiusi e altri che a breve saranno aperti, che contribuiranno a far salire ancora i numeri che abbiamo appena visto.
Secondo il CNI, la spesa per il Superbonus edilizia al 110% contribuirebbe alla formazione del 5,8% degli investimenti fissi lordi e contribuirebbe alla formazione del Pil per 12,3 miliardi di euro.
Insomma, nonostante i tanti problemi iniziali causati da una procedura troppo complessa e poco chiara in molti aspetti – per fortuna tanti spigoli sono stati smussati e non rappresentano più un pericolo per tanti addetti ai lavori e di conseguenza per i contribuenti – il Superbonus funziona per l’edilizia. E non solo!
Ma resta da chiarire un aspetto molto importante: è una misura sostenibile nel medio e lungo periodo?
Accanto ai numeri prima riportati c’è anche il “dato nero”: 6 miliardi di Euro di disavanzo netto per lo Stato.
Ora, mi sento in dovere di riportare le chiare parole del Presidente del Consiglio Nazionale Ingegneri:
“Riteniamo che la capacità dei Superbonus di generare valore e di avere effetti espansivi nel sistema economico nazionale siano particolarmente apprezzabili. Un’analisi di questo tipo non può, tuttavia, soffermarsi solo sugli aspetti economico-contabili. I Superbonus potrebbero consentire di attivare un virtuoso processo di rigenerazione del patrimonio edilizio con benefici sociali rilevanti. Minore insorgenza di malattie connesse ad ambienti malsani ed a povertà energetica, minore consumo di suolo, riduzione dell’inquinamento, minori danni alle strutture in caso di eventi imprevisti, più sicurezza degli edifici generano in modo sistematico un risparmio della spesa pubblica ed hanno un effetto espansivo sul Pil, come cerchiamo di spiegare nello studio che abbiamo realizzato. Invitiamo inoltre a riflettere in modo aperto sulla questione della sostenibilità del debito pubblico generato da questa spesa. I Superbonus sono in grado di attivare valore aggiunto e generare un contributo alla formazione del Pil tali da compensare le minori entrate dello Stato.”
Una precisa risposta alla domanda “il Superbonus edilizia può essere sostenuto nel medio-lungo periodo?”
Qui il comunicato stampa CNI sull’impatto economico e sociale del Superbonus 110%.
Invece…
Condomini sì, case unifamiliari no (al momento).
La notizia della proroga del Superbonus nel 2023 è di certo positiva, ma perché limitare gli interventi?
Il no alle monofamiliari è inaccettabile, quasi “anticostituzionale”, dal momento che si vuole negare il diritto solo in virtù di una differenza di tipologia abitativa.
Poi, come affermato anche dal Presidente CNI Armando Zambrano, la scadenza del Superbonus per l’edilizia dovrebbe essere spostata almeno fino al 2026 – anche perché il PNRR è previsto fino al 2026 – per dare attuazione ad un vero piano di riqualificazione energetica e statica del patrimonio edilizio, che è proprio quanto chiesto dell’Europa.
Come Rete nazionale di esperti in Superbonus e detrazioni fiscali stiamo chiedendo una manovra finanziaria certa, con date precise e, soprattutto, “parità di diritto” per tutti i cittadini.
Serve certezza per imprese, proprietari e professionisti.
E continuiamo ad offrire un servizio completo e su misura a tutti i professionisti del settore e ai contribuenti che vogliono sfruttare il Superbonus per portare a termine in modo conveniente tutti gli interventi che consentiranno loro di vivere meglio la propria casa, per evitare qualsiasi problema prima, durante e dopo i lavori.
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